Inizio con un racconto dedicato ad un personaggio che ha sempre stimolato la mia immaginazione, Ginetto il fungaio.
In posti incantati come quelli dove ho trascorso parte della mia giovinezza, era facile "volare" con l'immaginazione con la fantasia, fino al punto che in quei tempi:...................
"AMAVO CREDERE FOSSE IL BABBO DEI FUNGHI".
Ero molto piccolo, "diversi" anni fa, quando, appunto, bambino trascorrevo le mie vacanze estive a Capanne di Sillano in alta Garfagnana.
A quei tempi questo piccolissimo paesino di montagna non era ancora censito sulle mappe geografiche, il mondo si fermava a Sillano comune al quale apparteneva, ed appartiene Capanne di Sillano.
Una mulattiera resa solo un po' più larga, lunga circa tre chilometri appena sufficiente per il passaggio delle poche auto che allora transitavano per quei luoghi, tutta polvere e sassi rappresentava il solo modo per raggiungere il paese.
Una mulattiera resa solo un po' più larga, lunga circa tre chilometri appena sufficiente per il passaggio delle poche auto che allora transitavano per quei luoghi, tutta polvere e sassi rappresentava il solo modo per raggiungere il paese.
Ricordo che mio babbo possedeva allora una seicento Fiat; gran bella macchina per quei tempi ma messa sempre a dura prova dalle condizioni di quella, chiamiamola... strada.
Finiti i tre chilometri di polvere e sassi, si arrivava da Sillano finalmente a Capanne.
Iniziava così ,sempre, la mia fantastica avventura in un posto incantato fuori dal mondo.
Giornate spensierate, non solo considerata l'età che di per se per stessa offriva veri motivi di spensieratezza, ma soprattutto perchè significava trascorrere giornate dopo giornate, dedicate alla ricerca dei funghi e a contatto con la natura...e per me era già..... il massimo.
Notti insonni, trascorse ad aspettare di sentire mio babbo o uno dei miei zii scendere le scale di legno, che dalle camere portavano nella cucina di casa.
Tutto iniziava da lì; dopo un'abbondante colazione partivamo quando ancora era buio per recarci a piedi, nella zona ritenuta favorevole per la raccolta.
A quei tempi la competizione per la raccolta, si limitava ai soli fungai del paese, si trattava solo di precedere due o tre individui ...e il gioco era fatto.
Lascio all'immaginazione del lettore, cosa si potesse trovare in un paesino sperduto e difficilmente raggiungibile, in alta Garfagnana....circa...quarantacinque anni fà !.
Rientravamo dal bosco con zaini stracolmi di funghi, che molte volte nascondevamo per poi andarli a riprendere con calma, in grotte difficilmente conosciute, in quanto servirono da nascondiglio (durante i rastrellamenti dei nazisti) e che i miei conoscevano perfettamente, viste le tante volte nelle quali dovettero rifugiarvisi.
Comunque esisteva un codice d'onore, mai un fungaio avrebbe trafugato i funghi raccolti da un altro fungaio...mai !!.
Giunti a casa iniziava la scelta dei migliori destinati alla vendita, mentre mia Nonna Adele una splendida donna, molto intelligente e per quei tempi anche colta...sceglieva quelli da affettare, destinati ad essere posizionati su tavole di castagno ed essiccati a quella splendida aria di montagna.
Ancora oggi, entrando in casa a Capanne pur essendo praticamente abbandonata, pur mancando tutta quell'allegria che contraddistingueva quei periodi, si percepisce ancora forte e piacevole l'odore dei funghi secchi.
Terminate queste operazioni, praticamente un rito, aspettavamo l'arrivo di Ginetto .
Ginetto era una coltre di polvere, che vedevamo tra i castagni, a mano a mano che con il suo vecchio camioncino Fiat OM telonato, saliva lungo le curve da Sillano verso le Capanne.
Ginetto era quel rumore di motore, che interrompeva quel fantastico silenzio fatto di mille suoni, che solo un posto sperduto può farti ascoltare.
Ginetto era un mercante di funghi che, puntuale alle diciassette e trenta, arrivava nella piazzetta del paese, pronto a pesare pagare e stipare sul suo camioncino tutti i funghi acquistati....Ginetto era un puro momento di reale felicità.
Uomo onestissimo, pesava con una vecchia stadera i funghi che a turno ogni fungaio gli portava, aveva un occhio infallibile, riusciva ad individuare un fungo non ritenuto buono anche se mescolato tra mille.
Con cortesia lo scansava, parlava poco ma pagava bene.
Aveva dei rotoli di soldi che a mano a mano “srotolava”per effettuare i pagamenti, una volta finiti, entrava nel camioncino e ne prendeva degli altri...oggi Ginetto, con le somme di cui disponeva non avrebbe fatto neppure la prima curva, che qualcuno fermandolo, lo avrebbe alleggerito di sicuro....ma quelli erano altri tempi.
Per noi fanciulli Ginetto significava anche gelato o dolcetti, in quanto i nostri genitori, riscossa la somma, per la quantità di funghi, ci davano sempre la famosa mancetta....e via di corsa alla bottega di Salvino.
Lascio ancora all'immaginazione del lettore, calcolare quanto poteva caricare il mercante di funghi, in un paesino sperduto, difficilmente raggiungibile in alta Garfagnana...circa quaranta e più anni fa...lo lascio immaginare, ma quelli erano altri tempi !.
Nella mia di immaginazione di bimbo di nove anni,....AMAVO CREDERE CHE FOSSE IL BABBO DEI FUNGHI....che veniva a riprenderseli pagando i fungai, poi li avrebbe riportati al bosco...e quindi liberati.
Tornati liberi nel bosco, sarebbero stati ritrovati dai fungai ma sarebbe ritornato "lui" a liberarli di nuovo, ecco perchè trovavamo sempre un sacco di funghi !.
Certo un bambino di nove anni oggi, non farebbe lo stesso ragionamento, anzi magari i genitori potrebbero preoccuparsi, visto che oggi la loro immaginazione deve essere impegnata su altri argomenti e con altri sistemi ma io ai quei tempi ..amavo impegnare la mia mente…con certi ragionamenti.
Oggi Ginetto, da moltissimi anni non c'è più era già avanti con l'età a quei tempi e la strada per Capanne da molto tempo è divenuta un nastro di asfalto transitato da migliaia di auto.
Non si vede più la coltre di polvere, sollevata dal vecchio Fiat OM telonato, moderni furgoni frigo scorrazzano lungo la strada in attesa che qualche fungaio sbuchi ai margini della strada e se intenzionato a vendere, con una bilancia elettronica gli vengono pesati e pagati i funghi, lì sul bordo della strada...come in un freddo incontro occasionale.
Oggi non puoi più lasciare gli zaini con i funghi in una grotta, a malapena sono sicuri nella bauliera dell'auto.
Oggi quel fantastico silenzio, fatto di mille rumori…è molto meno silenzioso, ma sempre comunque gradevole...Grazie a Dio.
Oggi sono adulto ho cinquantaquattro anni ma vi devo confessare che...AMO ANCORA CREDERE CHE..(Ginetto) FOSSE IL BABBO DEI FUNGHI....e avrei voluto che anche mio figlio…AVESSE AMATO CREDERLO, così come avrei voluto che migliaia di altri bambini...AVESSERO POTUTO AVERE l'opportunità di crederlo, ma oggi oramai sono altri tempi !!. (Pungitopo).
"L'mmaginazione è la prima fonte della felicità umana." (G.Leopardi)
Ho iniziato con questo racconto questo mio modestissimo esperimento letterario, era una cosa che avevo in mente da tempo e desideravo tanto poterlo fare.
RINGRAZIO anticipatamente chi ha avuto l 'interesse e la costanza di leggere questo mio racconto e che leggerà i successivi.
Un racconto VERO con il quale ho cercato di liberare le mie emozioni, nel ricordo di quei tempi, trascorsi un luogo fantastico.
Rievocando quelle sensazioni, che purtroppo sotto certi aspetti, non potrò più rivivere, ma che sono felice di avere avuto l'occasione di poterle vivere.
Emozioni e Sensazioni che comunque VOI amanti del bosco, della Natura conoscete perfettamente e che vi aiuteranno a comprendere meglio ciò che molto semplicemente, ho vissuto ed altrettanto semplicemente, ho cercato di trasmettervi........GRAZIE.
(Pungitopo)
(Pungitopo)
4 commenti:
Ciao PUNGITOPO, non ti conoscevo sotto questa veste, ho aperto questa sezione e ho iniziato a leggere il tuo primo racconto.....ricordi descritti con estrema lucidità....il babbo, fiat seicento....nonna Adele che affettava i funghi....e Ginetto (era una coltre di polvere) tutto molto bello. Complimenti!!!!
Rino
Grazie, cerco solo di mettere in scritto i ricordi miei più belli e gli affetti ancora indelebili.
Ciao Rino continua a leggere....Stefano.
Bellissimo racconto, tra le righe traspare un grande sentimento: il rispetto. Il rispetto che si deve a tutti coloro che ci hanno insegnato e donato qualcosa, ossia, i veri valori della vita e l'autore (sono sicuro) ne è ricco.
Grazie Francesco allora diciamo, che amo dividere questa mia ricchezza con lettori attenti e sensibili come te..Grazie da Pungitopo (Srefano-admin)
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