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La Magia della Natura e le sue Meraviglie

venerdì 15 febbraio 2013

Racconti - RIUSCIRONO A FREGARE ANCHE IL DIAVOLO






Attraverso un ricordo, Pungitopo vi porta ancora in Garfagnana.
Con un racconto, come sempre spontaneo e leggero di una semplice leggenda, tenterà di condurvi in quel viaggio virtuale attraverso la Garfagnanatra la sua Gente, nei i suoi fantastici luoghi, ancora magicamente affascinanti.


     "RIUSCIRONO A FREGARE ANCHE IL DIAVOLO".

Per me la montagna iniziava ed ancora oggi inizia a Borgo a Mozzano (Lucca),dal momento in cui si intravede  il Ponte del Diavolo.
Il ponte del Diavolo, in seguito chiamato ponte della Maddalena è un'opera fantastica risalente al secolo XIV, che unisce le due opposte sponde del Serchio.

Sin da piccolo ascoltavo estasiato la leggenda che si è sempre raccontata su questo meraviglioso ponte e voglio proporla, così come mi veniva raccontata, la sera dai miei davanti alla stufa.
Questa leggenda ci riporta molto lontano, nel XIV secolo appunto.

Da sempre i Garfagnini, hanno dedicato un impegno mostruoso nel cercare di contenere di addomesticare quel potente e nervoso fiume  il Serchio, che divide praticamente in due tutta la valle che da esso prende il nome, la Valle del Serchio.
Una lotta durissima spesso impari, che ha impegnato risorse umane ed economiche notevolissime, non per niente si dice ancora oggi:..."costi più te, del Serchio ai Lucchesi".

Il ponte della Maddalena avrebbe offerto già a quei tempi motivo di grande praticità nel congiungere una sponda all'altra.
Si decise di costruire il ponte, era veramente necessario costruirlo.
Ma non era semplice a quei tempi, riuscire a costruire un ponte di tali dimensioni.
Quindi i tempi di costruzione andavano fortemente allungandosi e il responsabile della costruzione il capo muratore disperato, non avendo alternative, decise di convocare il diavolo con il quale poter stipulare un patto che lo mettesse in grado di portare a termine il progetto, già in notevole ritardo.

Il diavolo non si fece "pregare" due volte, apparve subito al capo muratore e dimostrò tutta la sua disponibilità nel poter soddisfare la richiesta.
Garantì che il ponte avrebbe visto terminare i lavori in una sola notte...il capo muratore fece subito due conti e chiese al diavolo cosa avesse voluto in cambio...il diavolo disse:…"voglio che la prima anima che transiterà sul ponte, sia mia...se accetti il ponte sarà terminato e nessuno potrà distruggerlo, neppure io!!!" ...dopo queste garanzie il capo muratore ovviamente accettò.
In una notte di lavoro la squadra di operai del capo muratore terminò l'opera, recuperando in poco tempo il forte ritardo accumulato fino all'ora, all'alba il ponte si presentava imponente e maestoso.
Il capo muratore soddisfatto iniziò allora a pensare come poter saldare il patto stipulato con il demonio, la sua coscienza gli stava chiedendo chi avesse scelto da poter far transitare sul ponte e quindi sacrificarne l'anima al malefico.
La scelta si presentava difficilissima.
Indeciso e in evidente difficoltà, angosciato da mille domande, decise di recarsi dal Parroco per confessare la sua improvvisa ma necessaria scelta e magari ottenere un pò di conforto.

Il Parroco ascoltato il poveraccio, con molta calma e con l'arguzia di un vero Garfagnino disse:…"figliuolo stai tranquillo abbiamo il rimedio, questa è la soluzione; il diavolo ti ha chiesto un'anima, ma non ha specificato quale tipo di anima e quindi noi faremo così…!!!!.”
La sera pattuita all’ orario convenuto, ecco il diavolo che con il suo sorriso beffardo sembrava già soddisfatto,seduto sulla spalletta proprio al centro del ponte...pregustava il malvagio piacere che avrebbe assaporato di lì a poco nel poter ghermire e portare con se, un'anima innocente.
Il maligno fece un cenno, era giunta di riscuotere il suo tributo, ecco che all’ora il capo muratore insieme al Parroco liberò un saettante ed irrequieto cane randagio il quale correndo verso il maligno raggiunse veloce il centro del ponte .
Il diavolo alla vista del povero randagio, si rese conto immediatamente della fregatura che quei furbi individui gli avevano riservato.

Il diavolo è sempre raffigurato di un colore rosso ma quella sera il suo rosso doveva essere stato di un rosso molto più rosso del solito, infatti prese il cane lo sollevò e lo sbattè con rabbia e violenza al centro del ponte e impazzito dalla rabbia e dalla vergogna, impotente scomparve nelle acque del Serchio.
Aveva comunque riscosso il suo tributo, un’anima voleva ed un’anima gli astuti Garfagnini gli offrirono, il patto era stato saldato!!!.

I Garfagnini avevano fregato anche il diavolo ebbero il loro ponte resistente, comodo...a prova di diavolo e per dare il colpo di grazia al maligno, decisero di dedicarlo addirittura alla Maddalena e da allora fu chiamato appunto Ponte della Maddalena...........povero diavolo, che fregatura!!!.

La mia montagna iniziava ed inizia sempre da quel punto.
Io riesco a sentire già in quel luogo gli odori a vedere i colori, a respirare quell'aria che contraddistinguono la mia Garfagnana e di lì ad arrivare a quel piccolo paese (che già molti di voi conoscono attraverso i miei racconti), ancora ce n'è di strada da fare.
Dobbiamo superare la piana di Gallicano fino a raggiungere Castelnuovo di Garfagnana, la strada assume sempre più i contorni della strada di montagna sempre più in salita sempre più stretta, sempre più strada di casa ma gli scenari che offre man mano che si sale, sono sempre più straordinari.

Odori di fieno, di foglie di funghi...di buono mi accompagnano fino a raggiungere Piazza al Serchio, qui continuando a sinistra si entra in paese, svoltando a destra si prosegue in direzione Sillano.
Gli odori di buono e i colori del paesaggio diventano sempre più intensi, più percepibili sempre più gradevoli.
Si giunge a Sillano quasi senza accorgersi tanto piccolo è il paese, ed il colore dei geranei degli altri fiori che adornano i balconi delle abitazioni rapisce lo sguardo e quel profumo diventa sempre più forte, adesso si aggiunge anche un sentore di muschio e di terra….. odore di montagna.
Iniziano gli ultimi chilometri di un tratto di strada dominato dai castagni ,silenziosi guardiani e pazienti sentinelle di quel meraviglioso angolo di mondo sperduto.

Ho sempre percorso quei chilometri con il cuore che mi batteva a mille nel petto, ancora oggi riesco a provare la stessa sensazione.
Gli odori arrivano al massimo della loro intensità...sono quasi stordito, inebriato.
Arrivati alla croce di S. Nicola, si intravedono i monti alle spalle di Capanne formare una immensa conca, alla base della quale in una piccola misteriosa ed improbabile piana sorge appunto il paese di Capanne di Sillano.
Si percorre una corta ma ripida discesa che ci fa scendere dal livello della strada principale e si entra in paese...sono arrivato a casa nella mia montagna, sono stordito da quegli odori ma continuo ad annusarli come fosse sempre la prima volta.

Voglio riempirmi gli occhi di quei colori voglio respirare quell'aria fino a farmi scoppiare i polmoni, voglio ascoltare tutti quei meravigliosi suoni che riescono a renderla persino silenziosa.......voglio far esplodere la mia mente con tutti i ricordi che magicamente ricompaiono.....non fa male è piacevole....è parte di me e lo sarà per sempre!!!
                                                                                                                                        ( Pungitopo)

"A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo".  (J. Morrison). 


                                                  
                                                 

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