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La Magia della Natura e le sue Meraviglie

venerdì 15 febbraio 2013

Racconti - UNA GIORNATA A FUNGHI, CON NELLO E BATI




Ancora una pubblicazione dei RACCONTI di Pungitopo.
Un'altro semplice e spontaneo racconto, ambientato a Capanne di Sillano in Alta Garfagnana.
Dedicato a due personaggi, che ancora oggi sono parte (e lo saranno per sempre), dell'esistenza di Stefano (Pungitopo). Che sento ancora presenti, ricordandoli riescono ancora oggi a provocarmi e farmi rivivere quelle intense emozioni, quelle straordinarie sensazioni, provate molto tempo fà insieme a loro;  Nello mio Babbo e lo Zio Bati..(Battista).

           
  
"UNA GIORNATA A FUNGHI, CON NELLO E BATI".

La luce che filtrava da un piccolo buco, derivato da un nodo di legno che si era staccato da una tavola di castagno che componeva il pavimento della camera da letto di mia Nonna, era il segnale che qualcuno era sceso in cucina, che stava quindi per iniziare una nuova uscita a funghi.

Infatti, ero solito dormire con mia Nonna Adele, ogni qualvolta mi trovavo a trascorrere le mie lunghe vacanze estive a Capanne di Sillano.
La camera di mia Nonna era posta proprio al di sopra della cucina.
Era composta da un antico letto a baldacchino, un armadio in noce stile francese, un canterale, due comodini, un porta bacinella in ferro con annessa brocca dell'acqua...e tanta Spiritualità.
Mia Nonna devota alla Madonna come del resto tutti gli abitanti del piccolo paese, era una donna Fiera, Colta e profondamente religiosa.
Penso che nella sua lunga esistenza (muore ultranovantenne), negli spazi che la durissima vita di quei tempi le imponeva, abbia sempre trovato il tempo per leggere, migliaia e migliaia di volte il Vangelo.
Madre di cinque figli, tre maschi e due femmine, uno mio babbo, gli altri, miei zii, è stata fungaia eccezionale fino a tarda età.

Scendeva in cucina mia Nonna dopo essersi preparata, ricordo quando raccoglieva i suoi capelli bianchissimi e folti, in una perfetta "cipolla" che poi copriva con una pezzuola di colore nero, formando il tipico copricapo delle donne di montagna.
Preparava con la felicità che ha sempre avuto nell'allevare i suoi figli, il caffè e la colazione, per me mio babbo Nello e il mio fantastico zio Battista...detto BATI, un vero portento della natura.
Mio Babbo e mio zio Bati fratelli nel senso più vero della parola, sono stati i miei Maestri di funghi.....e non solo.
Mio zio...di una comicità ed allegria unica al mondo, era famoso in paese per la sua furbizia ed arguzia.
Sempre coinvolto negli scherzi che avvenivano in paese, se qualcuno avesse avuto dei dubbi sull'identità dell'artefice dello scherzo, in ultima istanza esclamava:..."è stato Bati"....e quasi certamente ci azzeccava!!!.
Sfuggito ai nazisti decine di volte, ha sempre vissuto nel terrore di poterli veder ritornare.
In alta Garfagnana, i nazisti durante la loro ritirata, hanno compiuto atti di violenza gratuita e inaudita.

Mentre il fronte stava avanzando con gli Americani e le truppe alleate già alle porte di Lucca, i tedeschi si asserragliarono lungo la impervia e lunghissima Valle del Serchio.
Capirete che vita imposero, in questi piccoli paesini, allora, credo, neppure conosciuti.
Depredarono Chiese, abitazioni, togliendo a quella povera gente, "quelle quattro castagne" che possedevano.
I rastrellamenti erano all'ordine del giorno e mio zio Bati, per non essere deportato in un campo di lavoro in Germania,come successe a suo babbo, babbo del mio babbo, mio nonno Angelo.......scappava, scappava e correva...correva.

Le famose grotte, dove posteggiavamo i nostri zaini di funghi, erano divenute suo rifugio abituale.
Anche quando la ferocia dei nazisti allentò la presa, mano a mano che gli Americani iniziavano a salire da Lucca, il terrore, ma soprattutto la velocità di mio zio nel dileguarsi, continuavano a mantenersi ad un livello...eccellente.
Bastava che qualcuno gli sussurrasse in un orecchio:..."Bati, Bati...arrivano i tedeschi"...e quello, anche nudo (come successe in un episodio), in men che non si dica era già…” ingrottato”.
E' capitato in casa  che qualcuno, per farsi due risate e per vendicarsi dei suoi scherzi...gli sussurrasse:..."Bati...Bati...arrivano..."e lui veloce...scappava, scappava, correva..come correva.
Quante volte, estasiato e divertito ho ascoltato questi racconti, riuniti tutti a tavola, davanti alla stufa che in montagna era sempre accesa.

Quindi io, mio Babbo e lo zio Bati, eravamo il gruppo perfetto per le nostre uscite a funghi.
Uscivamo da Cà Guidetti, che ancora era buio; un'aria fresca, pulita, frizzante carica dei profumi di montagna, ci dava subito la giusta carica.
Salivamo da dietro la chiesa, lungo il "canal di Ripanaia", un fiero ruscello che divide appunto in due il paese subito a ridosso della chiesa, posta nel mezzo tra le "Cà di quà" e le "Cà di là"(cà..sta per casa)...diciamo gli unici due rioni del paese.
Iniziava la solita fantastica, indimenticabile, uscita a funghi.

Percorsa in fretta la distanza che ci divideva dalle fungaie, sul far del giorno, eravamo arrivati giusto giusto, nella zona di raccolta.
iniziava lo spettacolo, lo spettacolo che solo la Natura nella sua potenza, nella sua perfezione, nella sua generosità, riesce ad offrire.
Un bosco meravigliosamente fresco, vivo ed abbondante; le stagioni a quei tempi non erano come quelle da qualche anno a questa parte.
Il senso di fresco e di vivo erano le prime sensazioni che mi colpivano, anche in estate inoltrata.
Scenari mozzafiato, che già riuscivano a rapire la mia attenzione di fanciullo, lo scenario che si vede da quei luoghi, alberi permettendo, è sempre lo stesso: la catena Appenninica delle Apuane come cornice a quella splendida foto che è il bosco.
E poi arrivavano loro, quelle splendide creazioni della Natura, che a prima vista possono sembrare tutti uguali, ma che, invece, sono ognuno diverso dall'altro, ognuno racconta una propria storia, ognuno provoca comunque, le stesse emozioni e sensazioni......i Funghi!!!.

Chi ha letto l'altro mio racconto, sa già che deve, da solo, immaginare cosa avesse potuto offrire un bosco, in piena produzione, in un piccolo paese sperduto e difficilmente raggiungibile…circa quaranta e passa.. anni fa!!!!.
Una cosa straordinaria, alla quale riesco solo ora a dare una certa dimensione, a quei tempi ero piccolo e credevo che in tutto il mondo fosse così.
Considerando che, “culturalmente”, si raccoglievano soltanto e dico soltanto porcini...eravamo completamente immersi in un manto di funghi.
La competizione era ridotta al minimo, ogni fungaio batteva la propria zona e nonostante i più lo facessero per motivi di reddito, non sconfinavano mai, era difficile incontrare qualcuno.....sembra impossibile vero??. 
Ogni ritrovamento era motivo di allegra parodia messa in piedi dallo zio, il quale dedicava ai soggetti ritenuti degni di tale rito, una breve ma intensa messa in latino…un pò conosciuto, ma soprattutto,  improvvisava.
Ogni ritrovamento, come desiderio di mio Babbo Nello, doveva essere visto a terra e discusso da tutti noi, a quel tempo le macchine fotografiche non erano pratiche ed accessibili come adesso, quindi più guardavamo un fungo, più ce lo ricordavamo.
E funghi, funghi, funghi e ancora funghi....e risate, risate, risate, cosa potevamo desiderare di più ?!..una ricca colazione!!!.
Ci fermavamo, sempre nei pressi di una grotta, della quale mio zio era diventato ormai usufruttuario, la vera proprietaria, era la Natura.
Era il nostro magazzino; lì ben protetto dagli animali tenevamo del formaggio, del salame Garfagnino e del vino.
Il pane ce lo portavamo fresco da casa, di volta in volta.

Spero che molti di voi abbiano avuto il piacere (immenso, intenso), di fare colazione a circa 1500 mt di altitudine, se non lo avete ancora fatto....provateci, datemi retta...ne vale la pena.
Durante la colazione, lo zio dava ovviamente il meglio di se, fino a che non riprendevamo l'ultima parte della mattinata.
L'ultima parte era dedicata esclusivamente alla ricerca ed alla raccolta degli esemplari migliori.
Una vera e propria scelta...........proviamoci oggi!!.
Chi trovava l'esemplare o gli esemplari più belli, sarebbe diventato il campione in carica, carica che poteva durare al massimo un giorno perchè il mattino dopo si ripartiva, ed era facilissimo perdere il...titolo.
Arrivava l'ora di rientrare, scendevamo sempre da dove eravamo saliti, portavamo dietro i funghi che potevamo trasportare, gli altri andavamo a prenderli dopo, arrivando con l'auto nel punto più vicino a dove li avevamo messi in deposito.
A casa la storia la conoscete, avendo letto i racconti precedenti...a casa iniziava già a salire la voglia di uscire la mattina successiva.

Ecco perchè ancora oggi, pervaso da quell' irrefrenabile impulso che mi spinge a tornare alle Capanne, parto alle tre e trenta da casa mia, mi faccio 291km (solo andata).. impulso che amo pensare derivi dal fatto che ancora oggi …vedo filtrare “quella luce dal buco” nella tavola del pavimento della camera di mia Nonna Adele.

Mio Babbo e lo zio Bati, non ci sono più ma solo tornando lassù dove sono i miei ricordi, dove vivo particolari emozioni, dove provo ancora quelle determinate sensazioni, posso sentirmi ancora vicino a loro.
Loro sono lassù, in ogni pianta, in ogni fiore, in ogni insetto, in ogni fungo.....in ogni grotta e io ogni qualvolta ho bisogno di loro, vado....................
…….entro nel bosco e li chiamo…con tutta la voce che posso…con tutto l'Amore che posso!!!

Ciao Nello, ciao Bati, fino a che “potrò vedere quella luce filtrare dal buco”.. verrò sempre a cercarvi e ci incontreremo sempre nella nostra montagna, negli stessi posti...promesso.......Stefano!!!.                                                                     (Pungitopo)                                  
 "Non esiste separazione definitiva, finchè c'è il ricordo". (I. Allende)



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